RIFORMA IRPEF A 3 ALIQUOTE E QUOZIENTE FAMILIARE

COSA PENSA DI FARE IL GOVERNO
Revisione dell’IRPEF. Per le aliquote, l’obiettivo è ridurle a tre (23%, 27% e 43%), ferma restando la necessità di individuare le dovute coperture, senza scostamenti di bilancio.
Poi l’introduzione del quoziente familiare, un sistema per tassare i cittadini tenendo conto del carico familiare e quindi dei figli.
Prendiamo un single che guadagna 60 mila euro lordi l’anno e un coetaneo con moglie e due figli con la stessa retribuzione: se il fisco li tassa allo stesso modo, non tenendo conto dei carichi familiari, in qualche modo opera una discriminazione. Ed è questo che il quoziente familiare vuole evitare.
Ma ci sono anche degli svantaggi e due in particolare: premia soprattutto i ricchi con redditi alti, inoltre disincentiva il lavoro femminile. Bisogna tenere presente che nella stragrande maggioranza delle famiglie italiane le donne guadagnano meno dei mariti/compagni. Con il quoziente familiare si fa in sostanza una media dei due redditi e li si tassa con la stessa aliquota.
Di conseguenza il marito che aveva il reddito più alto ha un’aliquota più bassa rispetto al caso in cui fosse single mentre la moglie con un lavoro part time avrebbe un’aliquota più alta, sempre rispetto al caso in cui non avesse famiglia. Le famiglie con uno dei due genitori con un reddito molto alto e il secondo che non lavora sarebbero le più avvantaggiate.

Si insiste con la faccenda degli scaglioni, laddove sarebbe tanto più semplice introdurre una sola aliquota fissa, la più elevata, una TOP TAX, unitamente ad una sostanziosa detrazione fissa, col risultato di produrre un carico fiscale che cresce progressivamente e senza scalini sino al suo valore massimo, partendo da una soglia esentasse. Come si fa ad introdurre un poco di fantasia nella testa di chi è al governo?
Bene per il quoziente familiare: è esattamente il criterio che ho suggerito molti anni fa, che immagina un reddito familiare complessivo da dividere equamente tra i familiari, tassando ciascuno in base al SUO reddito medio, determinato dal rapporto tra il reddito complessivo ed il numero dei familiari. Io includevo anche i bambini, perché anche loro sono PERCETTORI DI REDDITO, solo che viene prodotto dai genitori.

Tasse uguali per tutte, dipendenti, autonomi e pensionati

Obiettivo del governo arrivare gradualmente ad un’aliquota fiscale unica per tutti, lavoratori dipendenti ed autonomi, che già ne beneficiano, fino al limite di reddito di 85 mila €. come stabilito nell’ultima legge di bilancio. La flat tax al 15% potrebbe essere inglobata nelle aliquote IRPEF come primo scaglione per tutti i redditi.
Il primo passo, però, dovrà essere quello di arrivare a che tutti i redditi (dipendenti, pensionati, autonomi) siano tassati nella stessa maniera  Quindi via alla «no tax area» e armonizzazione delle detrazioni (oggi i pensionati non pagano tasse fino a 8.500 euro, gli autonomi fino a 5.500, i lavoratori fino a 8.174 euro). La legge delega però non entrerà nel dettaglio, demandando tutto ai decreti attuativi.

E qui arrivano le CAZZATE, perché tassare anche solo al 15% chi percepisce un reddito di meno di 1000 € mensili è INIQUO, per non dire criminale. OK per tassare TUTTI allo stesso modo, quale che sia la fonte del reddito, ma non puoi chiedere le tasse a un mendicante !!!
La formula della TOP TAX, invece della FLAT TAX è infinitamente più equa e soddisfa tutti, perché è progressiva, introduce un limite di carico fiscale invalicabile ed esonera dalla contribuzione chi dispone di un reddito di sussistenza.
Non solo: agendo sulle due leve, aliquota e detrazione, è possibile modulare il carico fiscale nel corso degli anni senza cambiare una sola virgola della legge.

Ires, Iva e Irap

Per quanto riguarda quest’ultima, la volontà è di cancellarla . Per quanto riguarda poi l’Iva, si intende razionalizzare l’attuale struttura , specialmente quelle agevolate del 4%, del 5% e del 10%, tenendo conto i bisogni del bilancio pubblico (l’Iva vale 150 miliardi per le casse dello Stato).

Si, l’IRAP va cancellata. Nessun dubbio. Rimodulare l’IVA? Si. Le leve della politica economica sono le tasse sui redditi e quelle sui consumi. Secondo il carico imposto da una leva o dall’altra si incentivano il risparmio o i consumi. Cosa vogliamo fare adesso? In tempi di inflazione, in genere, si dovrebbero porre freni ai consumi, attenti a non scivolare in recessione, però. La nostra inflazione è solo in parte da domanda, perché è in buona parte da costi energetici. Quanta recessione possiamo sopportare?

Ing. Franco Puglia
23 gennaio 2023

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